Ma davvero la frutta in Giappone è un lusso? Tradizione, cultura e geografia

Se hai mai sentito dire che la frutta in Giappone è incredibilmente costosa, sappi che non si tratta di un mito. Ma perché un melone può arrivare a costare centinaia di euro? La risposta sta in una combinazione unica di fattori agricoli, culturali e sociali che fanno della frutta giapponese qualcosa di più di un semplice alimento: è un simbolo di perfezione e di rispetto. Ed è ovviamente squisitamente perfetta!

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Il settore agricolo e la struttura del territorio

Il Giappone è un arcipelago montuoso, con solo il 12% del territorio coltivabile. Le fattorie giapponesi sono generalmente di piccole dimensioni e a conduzione familiare, il che significa che la produzione su larga scala è difficile. Questo si riflette sulla disponibilità e sui prezzi dei prodotti agricoli, inclusa la frutta.

Le coltivazioni sono curate con estrema attenzione, spesso con tecniche manuali e metodi tradizionali che garantiscono una qualità straordinaria. Ad esempio, i meloni vengono avvolti singolarmente per proteggerli, e ogni grappolo d’uva è attentamente selezionato per mantenere solo i frutti più perfetti e avvolto da coni di plastica o carta per tenere lontani i parassiti e trattenere l’umidità.

La frutta come simbolo di prestigio

In Giappone, la frutta di alta qualità è considerata un regalo di lusso. È comune regalarla in occasioni importanti o come gesto di gratitudine. Per questo motivo, i frutti vengono coltivati non solo per il gusto ma anche per l’estetica: devono essere perfettamente formati, lucidi e senza difetti.

Questa attenzione maniacale alla perfezione aumenta i costi di produzione, ma anche il valore percepito del prodotto finale. Ad esempio, i meloni Yubari King dell’Hokkaido possono essere venduti all’asta per migliaia di euro, diventando veri e propri oggetti da collezione.

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Tipologie di frutta e le loro prefetture

Ogni prefettura giapponese è famosa per un tipo specifico di frutta, coltivata con cura meticolosa e con tecniche che esaltano le caratteristiche uniche del territorio.

  • Mandarini di Ehime: dolci e succosi, sono un orgoglio della prefettura di Shikoku. Provati personalmente recentemente e sono davvero pazzeschi. Gelatinosi, succosi ma sodi con un perfetto equilibrio tra dolcezza e acidità. La buccia inoltre si rimuove facilmente.

  • Pesche di Okayama: morbide e profumate, sono considerate tra le migliori del mondo. Ho avuto modo di assaggiare anche queste e pur non amando le pesche, sono rimasto colpito dalla perfezione di questo frutto: polpa croccante, succosa ma facilmente masticabile con una dolcezza perfetta e mai nauseante. Rinfrescanti!

  • Uva Ruby Roman di Ishikawa: enormi acini rosso rubino, dal sapore dolcissimo e con un prezzo che può raggiungere cifre da capogiro. Sembrano sfere di cera tanto son perfette. Ovviamente nemmeno un semino, solo polpa perfetta croccante e turgida ma ricca di sapore.

  • Kaki di Nara: polposi e dolci, sono un frutto autunnale molto apprezzato.

  • Meloni Yubari King di Hokkaido: coltivati in serre con tecniche che ne garantiscono un gusto estremamente raffinato.

  • Mele di Aomori: croccanti e zuccherine, sono tra le più rinomate del Giappone.

  • Fragole Amaou di Fukuoka: grandi, rosse e incredibilmente dolci, sono perfette per essere regalate in confezioni eleganti.

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Un equilibrio tra tradizione e modernità

Nonostante i prezzi elevati, la frutta in Giappone continua a occupare un posto speciale nella cultura locale. Dai mercati coperti di Tokyo alle piccole bancarelle di campagna, ogni frutto racconta una storia di dedizione e rispetto per la natura. Certo non tutta la frutta ha costi proibitivi ed esiste una produzione adatta ad un consumo quasi quotidiano, ma in generale la qualità (e il costo) sono comunque elevati.

Così, anche se può sembrare strano pagare cifre esorbitanti per un grappolo d’uva o una scatola di fragole, in Giappone ogni frutto è un piccolo capolavoro, frutto di secoli di tradizione e di un amore profondo per l’eccellenza. Consiglio di provare l’esperienza, forse costosa ma decisamente curiosa e instagrammabile!

Pippo Senpai

Sono Filippo, analista software sabaudo con un amore smodato per il Giappone e la passione per le arti e la scrittura. Forse la mia anima è giapponese? O forse sono solo un nerd. Ho creato Walk of Japan per dare ordine alle mie avventure e ai miei pensieri e condividere tutto questo nel modo a me più congeniale: attraverso la comunicazione digitale. Spero questo portale possa diventare il tuo compagno di viaggio in Giappone. Buona avventura!

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