Sanremo vs Kōhaku Uta Gassen: i Festival Musicali Più Amati di Italia e Giappone a confronto

IO AMO SANREMO! Purtroppo la settimana santa è finita da poco e ho già (balorda) nostalgia di tutta quella magia che attendo con trepidazione ogni anno! Si sa infatti che ogni inverno, milioni di spettatori si radunano davanti alla televisione per assistere a questo evento musicale che trascende il semplice intrattenimento, diventato un vero e proprio pilastro culturale. Se in Italia il Festival di Sanremo rappresenta il cuore pulsante della tradizione musicale, in Giappone esiste un evento altrettanto iconico: il Kōhaku Uta Gassen. Pur appartenendo a contesti culturali diversi, questi due festival condividono numerosi elementi che li rendono affascinanti da mettere a confronto.

Foto di NHK

Il Kōhaku Uta Gassen: una storia lunga oltre 70 anni

Il Kōhaku Uta Gassen (letteralmente "Gara Canora Rosso-Bianco") va in onda ogni 31 dicembre sulla rete pubblica NHK dal 1951. L'evento nacque con l'intento di sollevare lo spirito nazionale nel periodo postbellico e divenne rapidamente un appuntamento fisso che accompagna i giapponesi verso il nuovo anno. Insomma un modo per passare con la musica il capodanno.

Come Sanremo, anche il Kōhaku ha attraversato decenni di trasformazioni senza mai perdere la sua essenza. Le squadre, rossa per le artiste donne e bianca per gli artisti uomini, si sfidano con performance spettacolari, accompagnate da un'orchestra dal vivo e arricchite da scenografie curate nei minimi dettagli.

Esibizioni memorabili e momenti iconici

Nel corso degli anni, il Kōhaku ha regalato al pubblico momenti indimenticabili. Hibari Misora, leggenda della musica enka, commosse il Giappone con la sua interpretazione di Kawa no nagare no yō ni nel 1989, poco prima della sua scomparsa. Ayumi Hamasaki, icona del J-pop, ha stupito il pubblico con spettacoli coreografici elaborati, mentre Hikaru Utada ha emozionato milioni di spettatori con la sua voce delicata e intensa che ha ispirato anche la serie tv Netflix First Love.

Non mancano momenti più contemporanei: gruppi come gli Arashi e le AKB48 hanno portato sul palco energia e modernità, attraendo anche le generazioni più giovani. L'evento ha persino ospitato collaborazioni insolite, come quella tra Yoshiki degli X Japan e Sarah Brightman, dimostrando una straordinaria apertura verso il panorama musicale globale.

Sistema di votazione e premi

Proprio come a Sanremo, anche al Kōhaku la competizione è parte integrante dello spettacolo. Alla fine delle esibizioni, il pubblico, i telespettatori e una giuria di esperti votano per determinare la squadra vincente. Sebbene non ci siano premi individuali come a Sanremo, la vittoria rappresenta un prestigio enorme, e far parte della scaletta del Kōhaku è considerato un onore per ogni artista.

Ascolti e rilevanza culturale

Se Sanremo catalizza l'attenzione dell'Italia intera, il Kōhaku è un vero e proprio rito di passaggio per il popolo giapponese. In passato, lo show raggiungeva ascolti straordinari, con picchi del 70% di share negli anni '60 e '70. Sebbene i numeri siano diminuiti nell'era dello streaming e della tv satellitare, l'evento resta un appuntamento imperdibile per milioni di famiglie.

La sua rilevanza va oltre la musica: il Kōhaku riflette l’evoluzione della società giapponese, ospitando artisti che rappresentano temi sociali importanti o segnano momenti storici. Ad esempio, nel 2011, dopo il devastante terremoto e tsunami, il festival assunse un tono più sobrio, con esibizioni dedicate alle vittime e ai sopravvissuti del disastro.

Foto di NHK

Due festival, un'unica passione per la musica

Sanremo e il Kōhaku Uta Gassen, pur con le loro differenze, sono legati dall'amore per la musica e dalla capacità di unire un'intera nazione davanti allo schermo. Entrambi ci ricordano che la musica non è solo una questione di note e parole, ma un filo invisibile che intreccia le storie di milioni di persone, generazione dopo generazione. Non a caso, Italia e Giappone sono entrambi paesi estremamente dediti alla musica dove il mercato discografico ricopre un ruolo di grande importanza all’interno dell’economia. Infatti il mercato giapponese è il secondo al mondo per grandezza e fatturato dopo quello statunitense e quello italiano è il quarto in Europa dopo il Regno Unito, la Germania e la Francia.

Se il Festival di Sanremo è la voce dell'Italia, il Kōhaku è l'anima musicale del Giappone: due mondi lontani che trovano un punto d'incontro nella potenza universale della melodia. Per altro curioso che entrambi gli eventi siano nati nel 1951!


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Pippo Senpai

Sono Filippo, analista software sabaudo con un amore smodato per il Giappone e la passione per le arti e la scrittura. Forse la mia anima è giapponese? O forse sono solo un nerd. Ho creato Walk of Japan per dare ordine alle mie avventure e ai miei pensieri e condividere tutto questo nel modo a me più congeniale: attraverso la comunicazione digitale. Spero questo portale possa diventare il tuo compagno di viaggio in Giappone. Buona avventura!

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