Quando non c’è la metro: Guida ai Taxi e Uber in Giappone

Il trasporto pubblico in Giappone si sa è capillare e efficiente, ma può capitare che in zone più remote o orari notturni, si abbia bisogno di un buon vecchio taxi. Ecco allora una guida completa per utilizzare taxi, Uber e servizi simili in modo semplice e senza stress per prepararsi alle piccole differenze culturali e comportamentali.

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In Giappone, i servizi taxi sono gestiti principalmente da compagnie private. Queste aziende operano sotto la supervisione delle autorità locali e nazionali, che stabiliscono normative specifiche per garantire sicurezza, qualità e trasparenza nel servizio.

Storia dei taxi in Giappone

Il servizio taxi in Giappone ha radici che risalgono all'inizio del XX secolo. Con l'espansione urbana e l'aumento della domanda di trasporti personalizzati, le compagnie private hanno iniziato a offrire servizi di taxi nelle principali città. Nel corso degli anni, il settore si è evoluto, adottando standard elevati di servizio e integrando tecnologie moderne per migliorare l'efficienza e la soddisfazione dei clienti.

Regolamentazione dei taxi

Le compagnie di taxi in Giappone devono rispettare rigide normative stabilite dalle autorità competenti. Queste regolamentazioni coprono vari aspetti, tra cui:

  • Licenze: Le aziende e i conducenti devono ottenere licenze specifiche per operare legalmente.

  • Tariffe: Le tariffe sono generalmente standardizzate e determinate dal tassametro. Ad esempio, a Tokyo, la tariffa base per i primi 2 chilometri è di circa 710 yen, con un costo aggiuntivo di 320 yen per ogni chilometro successivo.

  • Formazione dei conducenti: I tassisti devono seguire corsi di formazione per garantire una guida sicura e un servizio clienti di alta qualità.

  • Condizioni dei veicoli: I taxi devono essere mantenuti in condizioni impeccabili, sia esternamente che internamente. È comune trovare interni puliti e ordinati, spesso con coprisedili in pizzo bianco.

Inoltre, le autorità monitorano costantemente il settore per assicurarsi che le compagnie rispettino le normative vigenti e per apportare eventuali aggiornamenti necessari a migliorare il servizio.

La recente serie TV Netflix First Love, ruota attorno alla protagonista autista di taxi, e fa vedere qualche scorcio della vita di una lavoratrice in questo settore che comprende molta solitudine, incontri particolari, una certa competizione tra colleghi, conoscenza e amore per la propria città e una cura maniacale per il proprio mezzo.

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Taxi tradizionali

I taxi in Giappone sono pulitissimi, affidabili e disponibili ovunque, soprattutto nelle città grandi come Tokyo, Kyoto e Osaka. Le auto sono molto riconoscibili dal tocco vintage ma confortevoli e pratiche.

  • Come prenderli: Puoi fermare un taxi alzando la mano, oppure trovarli in fila vicino alle stazioni e agli hotel. La luce rossa nel parabrezza indica che il taxi è libero, dettaglio che può sembrare poco intuitivo a noi occidentali che tendiamo ad associare il rosso come un colore di divieto o stop.

  • Interazione con l’autista: Gli autisti spesso non parlano inglese, quindi è utile avere l’indirizzo scritto in giapponese o mostrare la destinazione su Google Maps. Solitamente l’autista si prodigherà a caricare i bagagli nel baule.

  • Porte automatiche: Non cercare di aprire o chiudere le porte — si aprono e si chiudono automaticamente!

  • Pagamento: Accettano contanti, carte di credito e a volte IC card (come Suica o Pasmo). Per esperienza personale, è sempre bene avere contanti… mi è letteralmente capitato di dovermi fare scorrazzare per trovare un ATM che accettasse la mia carta per prelevare…una figura che non raccomando!

Taxi notturno a Kochi. Foto di Walk of Japan

Uber e app simili

Uber è disponibile in alcune città, ma non è così diffuso come i taxi tradizionali. Più comuni sono app locali come DiDi o JapanTaxi (ora GO).

  • Prenotazione: Scarica l’app, inserisci la destinazione e attendi l’arrivo del veicolo.

  • Pagamento: Tutto gestito in app, quindi niente problemi di contanti o comunicazione.

Cosa fare e non fare

  • Fai: Saluta l’autista con un leggero inchino, anche se si è seduti dietro, adeguarsi a questi comportamenti sicuramente renderà la tua permanenza in Giappone più scorrevole e ricca di piacevoli sorprese e incontri interessanti. Se paghi in contanti, cerca di avere la somma quanto più corretta possibile.

  • 🚫 Non fare: Non mangiare o bere nel veicolo senza permesso, e non lasciare rifiuti. Ovviamente non fumare e non stare al telefono a voce alta. Insomma, segui le solite regole della buona educazione giapponese tanto apprezzate in tutto il mondo.

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Cose utili

  • GO (ex JapanTaxi): App disponibile su iOS/Android.

  • DiDi: Popolare in diverse città, simile a Uber.

  • Numeri generici taxi: Puoi chiedere al tuo hotel di chiamare un taxi per te se preferisci evitare le app.

  • Indicare l'indirizzo: Meglio mostrare l'indirizzo scritto in kanji o usare la mappa sul telefono.

  • Costi: I taxi non sono economici, ma garantiscono sicurezza e puntualità. Le app spesso offrono preventivi chiari ma prezzi più elevati.

Direi tutto sommato che la situazione dei taxi in Giappone è abbastanza simile a quella in Italia: sono mezzi abbastanza costosi e restii ai pagamenti elettronici. Detto questo però, la cortesia e la capillarità del loro servizio la rendono ancora una scelta vincente in tutte quelle situazioni dove l’uso della metro o del bus è fuori discussione.

Seguendo questi consigli, non avrai timore nel prendere un taxi anche in Giappone! Buon viaggio!


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Pippo Senpai

Sono Filippo, analista software sabaudo con un amore smodato per il Giappone e la passione per le arti e la scrittura. Forse la mia anima è giapponese? O forse sono solo un nerd. Ho creato Walk of Japan per dare ordine alle mie avventure e ai miei pensieri e condividere tutto questo nel modo a me più congeniale: attraverso la comunicazione digitale. Spero questo portale possa diventare il tuo compagno di viaggio in Giappone. Buona avventura!

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