J-Beauty: tradizione, innovazione e prevenzione - La skincare giapponese e i prodotti consigliati
Il Giappone è universalmente riconosciuto come uno dei leader mondiali nel settore della skincare, grazie a un perfetto equilibrio tra tradizione millenaria e innovazione scientifica. L’approccio giapponese alla cura della pelle non è solo estetico, ma profondamente radicato nella cultura del benessere e del rispetto per il proprio corpo. Scopriamo insieme i marchi più influenti, le abitudini culturali che plasmano questa industria e come si struttura una tipica routine di J-Beauty.
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I protagonisti del mercato skincare giapponese
Alcuni brand giapponesi hanno rivoluzionato l’industria globale della bellezza con studi avanzati e prodotti di alta qualità, spesso copiati e imitati:
Shiseido: Fondata nel 1872, è una delle aziende cosmetiche più antiche al mondo. Shiseido investe enormi risorse nella ricerca scientifica, studiando gli effetti dell’invecchiamento cutaneo, l’impatto dell’ambiente sulla pelle e sviluppando ingredienti innovativi come il loro sistema all’acido ialuronico che supporta l’idratazione profonda e l’aumento di volume dell’epidermide.
SK-II: Celebre per il suo ingrediente iconico, la Pitera, un fermentato di lievito ricco di vitamine, aminoacidi e minerali che favoriscono il turnover cellulare e migliorano la luminosità della pelle. Questo ingrediente è stato studiato e brevettato grazie all’osservazione delle mani dei lavoratori del riso che, nonostante le molte ore passate al sole, vantavano una pelle liscia e morbida. La celebre essenza SK è forse uno dei prodotti di skincare più copiati e imitati dell’intero settore.
Hada Labo: Conosciuta per le sue formule minimaliste ma efficaci, Hada Labo è famosa per i suoi tonici e creme a base di acido ialuronico super concentrato a diversi pesi molecolari, che garantiscono un’idratazione profonda e duratura, soprattutto nel clima umido del Giappone.
Accanto a questi giganti, ci sono marchi più specifici ma altrettanto amati come Sekkisei, che utilizza estratti botanici orientali, e Curel, specializzata in prodotti per pelli sensibili.
Il contesto culturale: protezione e prevenzione come pilastri della bellezza
La filosofia giapponese della skincare si basa sulla prevenzione e sulla protezione a lungo termine. La pelle è considerata un riflesso della salute interiore, e prendersene cura è un gesto di rispetto verso se stessi. Anche la cultura dell’igiene personale e dell’onsen ne è un esempio pratico.
Protezione solare come rituale quotidiano: In Giappone, la protezione dai raggi UV è sacra. L’uso quotidiano di creme solari, anche in inverno o in giornate nuvolose, è imprescindibile. I filtri solari giapponesi sono leggeri, impalpabili e spesso arricchiti con ingredienti idratanti e antiossidanti. Io faccio stock di protezione solare giapponese ad ogni viaggio, nulla hanno a che fare con i ceroni pastosi e irritanti che abbiamo in Occidente. Sono estremamente delicate sugli occhi e anche qua di trovano versioni a base di filtri fisici (titanio e zinco) e filtri chimici, trasparenti e leggeri, oppure versioni ibride. La mia preferita è la Skin Aqua Essence, semplicemente perfetta.
Abbigliamento protettivo: Non è raro vedere giapponesi indossare guanti lunghi, cappelli a tesa larga e persino ombrellini da sole per schermarsi dai danni solari, riducendo così il rischio di macchie, rughe e iperpigmentazione. La popolazione femminile è generalmente più attenta a queste pratiche che però sono ampiamente diffuse in tutta la popolazione, soprattutto a seguito del boom K-Beauty e K-Pop, molto forte anche in Giappone.
Ingredienti fermentati e il legame con la tradizione: Il fermentato di riso e il sake sono ingredienti storicamente usati per la bellezza. Ricchi di enzimi e antiossidanti, stimolano il rinnovamento cellulare, migliorano l’elasticità e illuminano l’incarnato.
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La routine J-Beauty: idratazione e assenza di infiammazione prima di tutto
Una tipica routine di skincare giapponese è stratificata, delicata e orientata alla massima idratazione e alla protezione dai radicali liberi. Vediamola passo dopo passo (solitamente gli step 2 e 3 possono anche essere uniti con prodotti multi-uso e ibridi che offrono allo stesso tempo idratazione e infusione di attivi anti-age e anti infiammatori:
Detergenza doppia: Si inizia con un olio detergente per sciogliere il trucco e il sebo, seguito da un detergente schiumogeno delicato che pulisce in profondità senza alterare la barriera cutanea. La qualità alcalina e priva di calcare permette una detersione perfetta senza lasciare residui irritanti.
Lozione o toner idratante: Una lozione come quella di Hada Labo o Muji, ricca di acido ialuronico, prepara la pelle ai trattamenti successivi, donando una prima ondata di idratazione. La pelle umida e bagnata infatti, è più “assorbente” e l’acido ialuronico a basso peso molecolare aiuta gli attivi a penetrare in maggior profondità.
Essenza o siero: Qui entrano in gioco ingredienti preziosi come il fullerene (potente antiossidante), le catechine del tè verde, gli isoflavoni della soia e le cellule staminali umane, che riducono infiammazioni, stress ossidativo e stimolano la rigenerazione cutanea. Uno dei migliori ingredienti made in Japan per quanto riguarda la stimolazione di collagene ed elastina è il Nahlsgen, un peptide brevettato dall’Università di Kyoto in collaborazione con quella di Osaka che, stando agli studi, fa miracoli. Certamente non si trova in prodotti economici.
Crema idratante o emulsione: A base di emollienti come petrolati, ceramidi o oli naturali, per sigillare l’idratazione e rinforzare la barriera cutanea creando un film protettivo e anti-disidratazione. Solitamente opto per creme semplici, occlusive ed estremamente poco costose come la semplice Ceracolla ma amo le creme altamente tecnologiche e innovative come quella al retinolo e cellule staminali umane di Nanoage.
Protezione solare: Il passo finale e immancabile, con formule leggere, ad ampio spettro, che proteggono senza appesantire, anche sotto il trucco.
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Un approccio alla bellezza che va oltre l’estetica
La skincare giapponese è più di una semplice routine: è un rituale di cura, pazienza e rispetto… quasi una forma di meditazione laica. Ogni prodotto è formulato con l’intento di preservare la pelle nel tempo, con una dedizione di lunga durata. L’ossessione per la protezione solare, l’uso di ingredienti delicati e bio-tecnologici e la quasi assenza di fragranze, dimostra quanto il concetto di bellezza in Giappone sia inscindibile dalla salute e dall’equilibrio.
Un modello da cui tutti possiamo trarre ispirazione, per prenderci cura della nostra pelle con gentilezza e consapevolezza, magari con qualche accorgimento rispetto al clima italiano, decisamente più secco e meno favorevole. Consiglio per questo di sostituire l’acido ialuronico con acido glicolico per esfoliare e stimolare la produzione di collagene ed elastina, glicerina che è meno soggetta all’evaporazione, e uso massiccio di antiossidanti come acido ascorbico per contrastare i danni del sole e dell’inquinamento, purtroppo maggiore nel nostro Paese.
Infine consiglio un portale davvero strategico per il mondo skincare giapponese: RatzillaCosme. Questo sito gestito da una lavoratrice e appassionata del settore, elenca gran parte dei prodotti giapponesi con i loro ingredienti, link per l’acquisto su Amazon Japan e prezzi.
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