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È offensivo indossare abiti tradizionali ed eseguire riti e preghiere nei luoghi di culto in Giappone? Guida alle buone pratiche

Tutti stiamo osservando folle di turisti inondare santuari e templi in Giappone grazie al recente boom del turismo. Se da un lato siamo felici di poter viaggiare in Giappone con così tanta facilità, e dall’altro i giapponesi sono contenti di ospitarci, è innegabile che spesso alcuni stranieri siano protagonisti di episodi di cattiva educazione o comportamenti poco appropriati.

Visitare templi e santuari in Giappone è un’esperienza affascinante e spirituale, che permette di immergersi in una cultura millenaria. In questi articolo discutiamo di cosa indossare (abiti tradizionali giapponesi e moderni) e come eseguire riti e preghiere in modo da non essere considerati offensivi o sgarbati. Esploriamo dunque le differenze tra templi e santuari, i tipi di riti che vi si possono praticare, e qualche consiglio sulle buone pratiche per vivere questi momenti in modo rispettoso e autentico.

Studenti presso il tempio di Kiyomizu-dera, Kyoto. Foto di Walk of Japan

Templi e Santuari: Quali sono le differenze?

Come abbiamo visto nell’articolo sulle differenze tra shintoismo e buddismo, in Giappone, esistono due principali tipi di luoghi sacri: templi buddisti e santuari shintoisti, ognuno legato a tradizioni e pratiche spirituali distinte.

  • Templi Buddisti: I templi (o tera) sono luoghi di culto per il Buddhismo, religione giunta in Giappone dalla Cina e dalla Corea intorno al VI secolo. Qui si possono trovare statue di Buddha e delle divinità buddhiste, chiamate bosatsu (bodhisattva). I templi spesso ospitano reliquie e sale di preghiera, dove i visitatori possono offrire incenso e pregare per la saggezza e la compassione. Solitamente sono costruzioni più elaborate e sfarzose, anche grazie al potente clero buddista e alla riverenza di cui gode.

  • Santuari Shintoisti: I santuari (o jinja) sono legati alla religione shintoista, nativa del Giappone e incentrata sulla venerazione delle divinità della natura, i kami. Ogni santuario è dedicato a uno o più kami, spesso legati a luoghi, elementi naturali o valori come la protezione, la salute e il successo. A parte i più grandi santuari vicino alle città, anch’essi di notevoli dimensioni, la maggior parte dei santuari sono piccoli e disseminati nel paese, composti da piccoli Torii di legno o pietra e altarini. Ottime mete per rilassarsi facendo trekking nella natura e nelle campagne.

Differenziare questi due luoghi è relativamente semplice: i santuari shintoisti sono caratterizzati dal famoso torii, un portale d’ingresso che separa il mondo sacro da quello terreno. I templi buddisti, invece, possono essere riconosciuti dai cancelli decorati e dai tetti a pagoda.

Tempio di Eihei-ji, Fukui. Foto di Walk of Japan

Riti e Preghiere nei Templi e nei Santuari

Innanzitutto dico subito che non è assolutamente offensivo o disdicevole partecipare a riti e preghiere, anzi, in Giappone si apprezza molto il rispetto e l’emulazione della cultura locale, dunque puoi partecipare ai vari riti che sono facilmente accessibili:

  • Nei Templi Buddisti: È comune avvicinarsi alla statua di Buddha, offrire un bastoncino di incenso nella sala principale e pregare in silenzio. Alcuni templi hanno anche delle ruote di preghiera, che si possono girare per invocare benedizioni.

  • Nei Santuari Shintoisti: Prima di entrare, si attraversa il torii e ci si purifica alle fontane chiamate temizuya, dove ci si lava le mani e volendo ci si sciacqua la bocca. Davanti all’altare, è comune offrire una moneta, suonare la campana, inchinarsi due volte, battere le mani due volte per attirare l’attenzione del kami e concludere con un altro inchino.

Come Comportarsi durante i Riti: Buone Pratiche

Essere rispettosi nei templi e nei santuari giapponesi non richiede una profonda conoscenza dei rituali, ma seguire alcune semplici linee guida ti aiuterà a sentirti a tuo agio:

  1. Purificazione: Nei santuari, la prima cosa da fare è recarsi al temizuya per purificarsi. Usa il mestolo per versare l’acqua prima sulla mano sinistra, poi sulla destra e infine sciacqua delicatamente la bocca.

  2. Preghiera: Davanti all’altare, offri una moneta (spesso si usa una moneta da 5 yen, considerata di buon auspicio). Segui il rituale dell’inchino e delle mani, mantenendo un atteggiamento sereno e rispettoso.

  3. Incenso: Nei templi buddisti, l’offerta dell’incenso è un rito comune. Prendi un bastoncino di incenso, accendilo e posizionalo nell’apposito braciere, quindi fai un inchino e, se lo desideri, prega.

  4. Discrezione: Evita schiamazzi e comportamenti eccessivi o vistosi, sia nel vestire sia nel modo di parlare, mantenendo una postura rispettosa. In alcuni luoghi è vietato fare foto e video, soprattutto alle raffigurazioni del Buddha.

Todai-ji, Nara. Foto di Walk of Japan

Oggetti Sacri e Souvenir: Cosa Comprare e Come Usarli

Nei templi e santuari giapponesi trovi una vasta gamma di oggetti votivi, souvenir e amuleti. Ecco alcuni dei più popolari e come utilizzarli:

  • Omamori: Sono piccoli sacchetti di stoffa che contengono preghiere e benedizioni per vari scopi: salute, amore, successo, sicurezza in viaggio. Gli omamori non vanno mai aperti, poiché contengono preghiere sigillate.

  • Omamori Rosso: Associato alla protezione dai pericoli e dalle malattie, oltre che alla buona fortuna in generale. Questo colore simboleggia energia e forza, quindi è indicato anche per chi desidera allontanare le influenze negative.

  • Omamori Blu o Azzurro: Tradizionalmente legato alla protezione della sicurezza in viaggio e alla buona sorte negli spostamenti. Gli omamori di questo colore sono spesso acquistati da chi lavora lontano da casa o viaggia frequentemente.

  • Omamori Verde: Il verde rappresenta crescita e successo, ed è quindi molto popolare tra gli studenti o chi sta intraprendendo un nuovo percorso. Questi omamori sono legati al progresso nello studio, nella carriera o in ambito personale.

  • Omamori Giallo: Il giallo simboleggia la ricchezza e la prosperità economica. Questo omamori è pensato per chi cerca fortuna negli affari e successo finanziario.

  • Omamori Viola: Questo colore è spesso associato alla protezione della salute e alla longevità. Gli omamori viola sono comunemente scelti da chi desidera una vita lunga e sana o vuole augurare buona salute a una persona cara.

  • Omamori Rosa: Legato all'amore e alle relazioni, il rosa è il colore dell’omamori per chi desidera trovare l’anima gemella, rafforzare una relazione esistente o attrarre relazioni positive nella propria vita.

  • Omamori Bianco: Simbolo di purezza e protezione spirituale. Gli omamori bianchi sono acquistati per ottenere una sorta di "protezione generale", spesso associata alla pace interiore e alla serenità.

  • Gli omamori hanno generalmente una durata di circa un anno. Trascorso questo periodo, è consigliato riportarli al tempio o santuario dove sono stati acquistati per il rituale di purificazione e smaltimento, che avviene in genere all’inizio del nuovo anno.

    Questo rituale è importante perché gli omamori, essendo stati caricati di energia protettiva o benevola, non andrebbero mai gettati semplicemente tra i rifiuti. I santuari e i templi organizzano apposite cerimonie per bruciarli in modo rispettoso, permettendo così di “liberare” le energie protettive e ringraziare il talismano per la protezione offerta.

    Molti giapponesi acquistano un nuovo omamori ogni anno, sia per rinnovare la benedizione, sia per adattarsi ai cambiamenti della vita e scegliere un talismano adatto ai nuovi obiettivi (ad esempio, uno per la carriera, l’amore, o la protezione personale).

Altare di preghiera shintoista con campana, Fukuoka. Foto di Walk of Japan

Curiosità

  1. Ogni santuario o tempio può avere la sua interpretazione dei colori, e talvolta vengono anche usati simboli specifici. Gli omamori sono anche un bellissimo esempio di come in Giappone il colore giochi un ruolo essenziale nella comunicazione di significati profondi, legati alla cultura e alla spiritualità.

  2. Ema: Sono tavolette di legno su cui scrivere desideri o preghiere, che poi vengono appese nei santuari. Gli ema permettono di lasciare una traccia della propria visita e i propri desideri in modo visibile.

  3. Daruma: Questi pupazzi di carta rappresentano Bodhidharma, il fondatore del Buddhismo Zen. Si compra un daruma come portafortuna per i propri obiettivi. Tradizione vuole che si colori un solo occhio del daruma al momento dell’acquisto, mentre l’altro si colora quando si realizza il desiderio. Una volta che si ha raggiunto il proprio obiettivo e colorato il secondo occhio, si deve riportare il Daruma in un tempio buddista per il corretto smaltimento, solitamente vengono brucati per liberare lo spirito custodito all’interno.

  4. Omikuji: Sono foglietti di carta che contengono una sorta di “predizione della fortuna”. Se il messaggio è positivo, puoi tenerlo con te; se invece è negativo, è consuetudine legare il foglietto a un apposito supporto nel santuario o tempio. Sicuramente hai già visto questi fogliettini annodati su pareti di legno o reti nei santuari.

Abbigliamento: Tradizionale o Moderno?

Quando visiti templi e santuari, puoi indossare sia abbigliamento tradizionale giapponese, come kimono o yukata, sia abbigliamento moderno. Entrambi sono accettati, ma ci sono alcune cose da considerare:

  • Abbigliamento Tradizionale: Non è affatto offensivo per i turisti indossare un kimono o yukaya, anzi, è visto con piacere. Molte persone in Giappone, sia locali che visitatori, indossano il kimono per visitare i luoghi sacri. In questo caso, assicurati di indossarlo correttamente e considera di noleggiarlo da un negozio specializzato per evitare errori nella vestizione. Sono molto indossati durante matsuri e festival particolari come in estate durante gli eventi di hanabi, ossia gli spettacoli di fuochi d’artificio, molto popolari e partecipati in Giappone.

  • Abbigliamento Moderno: Non è necessario indossare abiti tradizionali, e puoi visitare i luoghi sacri in abiti casual, purché appropriati e rispettosi. Evita abbigliamento troppo scollato, pantaloncini troppo corti e scarpe aperte, e preferisci un look sobrio. In estate questo può essere poco intuitivo per noi europei e occidentali, ma è bene usare tessuti leggeri e traspiranti ma allo stesso protettivi da raggi UV, zanzare e umidità.

Un consiglio per chi ha capelli lunghi: se si visita un tempio o un santuario in abiti tradizionali, è preferibile legare i capelli per un look più formale, in linea con l’eleganza dell’abito.

Donna in abiti tradizionali, Fushimi Inari, Kyoto. Foto di Walk of Japan

Perché Seguire le Tradizioni?

La cultura giapponese dà molta importanza al rispetto e all’armonia con il prossimo e con l’ambiente. Partecipare a riti e preghiere in modo rispettoso è un modo per onorare questa filosofia di vita. Mostrare interesse e sensibilità verso le tradizioni giapponesi è spesso visto con grande favore dai giapponesi, che apprezzano l’impegno dei visitatori nel comprendere e rispettare la loro cultura. Questi riti di fatto sono pratiche laiche che preservano la tradizione e la cultura immateriale del Giappone, portare rispetto a questi dettagli vuol dire portare rispetto alla storia del Giappone intero e della sua gente, a prescindere dalla propria fede e nazionalità.

Conclusione

In sintesi, non è offensivo per i turisti indossare abiti tradizionali o partecipare a riti e preghiere nei templi e santuari giapponesi, purché si seguano le buone pratiche e si mostri rispetto. Come sappiamo qui educazione e rispetto sono comportamenti culturalmente radicati da secoli e secoli mentre per noi possono essere una sfida da mettere in pratica con costanza e precisione. Sforzarsi a renderli un po’ nostri, anche se può costare un minimo di fatica, permette di vivere un’esperienza autentica e arricchente. Fai tesoro di queste linee guida per la tua prossima avventura in Giappone!


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